San Vincenzo Ferreri in gloria

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di Maria Teresa Ciprari
Direttore Museo Diocesano Prenestino

Giovedì 29 ottobre 2020, dopo un intervento di restauro, è rientrato nella sede espositiva del Museo diocesano di Palestrina il quadro che ritrae san Vincenzo Ferreri, una tela proveniente dalla chiesa di San Nicola di Bari in Genazzano. Il restauro è stato eseguito da Christian Seghetta, che ha già collaborato con il Museo diocesano in diverse occasioni, occupandosi, tra l’altro, del busto reliquiario di Sant’Agapito. Tale iniziativa rientra nel progetto più ampio che il Museo diocesano ha messo in campo lo scorso anno grazie ai finanziamenti assegnati dalla Conferenza episcopale italiana provenienti dai fondi dell’8xmille destinati alla Chiesa cattolica.
L’intervento, svolto presso il laboratorio “Conservazione e restauro opere d’arte” di via Dulceri 34, in Roma, è stato autorizzato della Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio, il cui funzionario di zona per il patrimonio storico artistico, Angela Catalano, con diversi sopralluoghi ha seguito le fasi del restauro ed ha concordato col restauratore le procedure da adottare soprattutto per alcune problematiche complesse che presentava il dipinto.
L’opera, un olio su tela, rappresenta il santo domenicano in gloria, con alcuni elementi distintivi della sua iconografia, in particolare oltre l’abito e la tonsura, le ali. Ferreri (1350–1419) è in genere rappresentato come l’«Angelo dell’Apocalisse»: infatti il frate taumaturgo è anche definito come il massimo predicatore del Verbo divino dopo gli apostoli. Richiamò con la sua predicazione l’attenzione delle folle alla conversione e alla penitenza, anche annunciando castighi.
In altre rappresentazioni il santo è raffigurato con una fiammella sulla testa, segno dello Spirito Santo, che simboleggia l’ispirazione divina e la carità, l’amore verso Dio e il prossimo, e mentre alza una mano verso il cielo, nell’altra tiene in mano il libro della Bibbia aperto. Nel caso del dipinto genazzanese il santo si innalza in cielo inginocchiato su una nube grigia sorretta e circondata da angeli e cherubini; questi ultimi sono raffigurati anche più in alto, mentre si affacciano tra nuvolette bianche. La Bibbia compare nel quadro, aperta, ma non tra le mani del santo, più in basso, tra gli angeli, insieme ad un altro attributo, il giglio bianco simbolo della purezza e dell’austerità.
Una grave lacuna è presente nella parte superiore del dipinto: in accordo con la Soprintendenza si è proceduto alla rimozione della stuccatura realizzata durante un precedente intervento di restauro del 1969 e ad una reintegrazione con colori neutri.
In San Nicola, chiesa di riferimento dei principi Colonna, per secoli signori di Genazzano, e contigua al loro palazzo baronale che sovrasta Genazzano, il quadro decorava la cappella dedicata al santo. Come possiamo leggere nella Sacra Visita del 1754, nel volume degli Inventari al foglio 113, nella navata di mezzo si trovava l’altare da poco tempo eretto: «novamente fatto [cioè realizzato ex novo] sotto il titolo di San Vincenzo Ferreri, col suo Quadro centinato in tela alto palmi 10 per sei rappresentante san Vincenzo in atto di gloria e di estasi con figure di angeli». Il quadro, inoltre, risulta essere «fatto totalmente dalla Chiesa cioè dal suo camerlengo Sig. Canonico Tanzi».

Datazione: XVIII sec

Autore: sconosciuto

Materiali: olio su tela, misure 130×219

Numero di catalogo CeiOA: 12-5044 INP 0681

Provenienza: Chiesa di San Nicola in Genazzano

Collocazione: pinacoteca, Museo diocesano prenestino di arte sacra