Nuovi dati dalle foto aeree, dalla documentazione archivistica e dalle testimonianze archeologiche
Andrea Fiasco, in Bollettino di Archeologia on line, DGBBAAP XIII, 2022/3, pp. 69-92
Attraverso lo studio sistematico della fotografie aeree relative alla città di Palestrina conservate nel fondo dell’Aerofototeca Nazionale dell’ICCD-MiC è stato finalmente possibile per la prima volta proporre un tentativo di identificazione dell’anfiteatro dell’antica città di Praeneste, noto dalla documentazione letteraria ed in particolare dall’importante iscrizione dedicatoria di M. Varenus Tyrannus, conservata nella collezione del Museo Diocesano di Arte Sacra di Palestrina.
L’esame della documentazione fotografica di volo, integrata con lo studio della documentazione archivistica, con il riesame del corpus epigrafico già noto e con una serie di altri dati desunti dalle ricognizioni sul terreno e dai catasti storici, rappresentano un cospicuo dossier di informazioni che, incrociate e riordinate, hanno permesso di elaborare una proposta di localizzazione dell’anfiteatro della città.
L’edificio fu costruito nel corso del I secolo durante il regno dell’imperatore Claudio (41-54 d.C.) attraverso l’evergetismo di un liberto della famiglia dei Vareni, la quale qualche anno prima si era contraddistinta anche nella vicina Tibur (Tivoli) in opere di munificenza cittadina, come nel caso della costruzione della Mensa Ponderaria della città con annesso Augusteum. L’anfiteatro dovette sorgere sul plateau orientale della città di Praeneste, un’area strategica sotto il profilo topografico in quanto ben servita dalla viabilità extraurbana della città – qui transitava il prolungamento della via Prenestina che volgeva in direzione dell’area orientale dell’Ager Praenestinus – e ottimamente posizionata in rapporto all’abitato urbano, seppur fuori la cinta muraria.
L’inquadramento proposto per la prima volta, negli studi sulla topografia di Praeneste, offre una plausibile localizzazione dell’edificio per spettacoli della città, il quale fu sede anche di una delle tappe della passio Agapiti nel corso della seconda metà del III secolo d.C.: non deve risultare casuale la vicinanza dell’edificio con gli altri luoghi noti, a partire dalla tradizione letteraria e dai ritrovamenti archeologici, collegati alla morte del Santo, a conferma della storicità della vicenda agiografica connessa al suo martirio.
Lo studio ha offerto anche l’occasione per rivisitare gli importanti resti dell’edificio conosciuto dalla tradizione erudita come “Ninfeo del Sole”, situato sempre in questo quadrante, verosimilmente da identificare, per cronologia e altri dati archeologici proposti, con una parte della lussuosa residenza dell’importante curatore dei giochi gladiatori Cnaeus Voesius Aper, molto impegnato proprio nell’ambito delle attività ludiche a favore della popolazione prenestina e ben inserito nelle dinamiche socio-politiche della Praeneste pagana della fine del III secolo d.C., all’interno della quale doveva rappresentare uno strenuo difensore dei culti politeistici cittadini, come ad esempio quello di Fortuna Primigenia.