La chiesa fu edificata in epoca medioevale, probabilmente tra l’XI e il XIII secolo.
È ubicata all’inizio della via Prenestina antica, ad un quarto di miglio dalla città, prima del ponte dei Sardoni. Con molta probabilità si tratta della chiesa rurale costruita sulla via per Zagarolo dove il 5 e 6 agosto 1378 si incontrarono per una trattativa tre cardinali fautori di Urbano VI e tre cardinali seguaci del cardinale di Ginevra che poco dopo sarebbe stato eletto antipapa col nome di Clemente VII.
L’attuale portale d’accesso si trova sul fianco sinistro della chiesa ed è costituito da lacerti di marmi antichi. Anticamente la porta d’accesso si trovava sulla parete opposta all’altare maggiore, oggi non più visibile a causa nella costruzione della sagrestia. Probabilmente il portale fu spostato lungo la navata nel XIV-XV secolo.
All’interno della chiesa, nel mezzo, si ergono due colonne di marmo cipollino con basi attiche, provenienti, secondo il Marucchi, dal “vicino foro delle città bassa” di Praeneste.
Nell’abside e sulla parete sinistra sono visibili molteplici strati di affreschi di cui quelli leggibili, benché fortemente ritoccati, sono ascrivibili al XIV o XV secolo.
Nell’abside è raffigurato il Salvatore benedicente entro una mandorla che regge in mano il Vangelo aperto alle parole Ego sum via, [veritas et vita]; a sinistra la Vergine orante genuflessa; a destra san Giovanni Battista nell’atto di indicare ai fedeli il Salvatore. Nel registro inferiore, entro cinque arcate, sono dipinti da sinistra sant’Anna assisa con Maria e il Bambino Gesù, san Giovanni Battista, al centro la Madonna in trono con il bimbo ritto sulle sue ginocchia vestito dello stesso azzurro del mantello della Madre, san Pietro con le chiavi e il rotolo delle sue lettere, e, infine, a destra, un’altra Madonna seduta con il Bimbo nudo, in piedi sulle sue ginocchia.
Sulla parete di fondo, al lato sinistro dell’abside, sono ancora visibili due registri di affreschi: nel superiore, maggiormente danneggiato, si scorge a stento una Madonna in trono con Bambino; nel registro inferiore, entro arcate, da sinistra: Sant’Antonio Abate, un santo in abiti liturgici, una Madonna del latte con il Bambino Gesù stretto al petto, un altro santo abbigliato con ricchi paramenti liturgici, e, infine, san Sebastiano alla colonna trafitto dalle frecce.
Sulla parete sinistra sono ancora parzialmente visibili gli affreschi raffiguranti san Cristoforo con il Bambino Gesù sulle spalle e, di seguito, appartenente ad un ciclo precedente, un frammento del Crocifisso con un angelo che raccoglie in un calice il sangue di Gesù.
Sulla parete destra rimane solo un affresco incorniciato che raffigura la Madonna col Bambino in braccio e, sopra, due angeli in atto di incoronarla. L’antico altare, descritto nelle sacre visite, è stato demolito.
Vicino all’ingresso, la figura di una santa, forse Caterina d’Alessandria: si tratta dell’affresco più antico tra quelli attualmente visibili ascrivibile al XIV secolo.
Testo a cura del MAB
Museo di arte sacra, Archivio Storico e Biblioteca diocesani